Puglia Sport News intervista Mr. Antonio Foglia Manzillo

20.05.2020

Mr. Antonio Foglia Manzillo. Foto Piero Cardone

Nardò 20 Maggio 2020.

Riportiamo integralmante l'intervista che Mr. Antonio Foglia Manzillo ha rilasciato al blob Puglia Sport News. Clicca QUI per leggere l'intervista sul Blog

Buon pomeriggio mister! Innanzitutto vorremmo domandarle, come ha trascorso finora questo periodo di quarantena?

“Non è stato un bel periodo, perchè sinceramente non avevo mai vissuto una situazione del genere, o tanto meno pensato di poterla vivere. Non è bello vivere forzatamente tra le quattro mura, con la possibilità di uscire solamente per questioni di necessità. Ci accorgiamo delle nostre libertà solo nel momento in cui vengono meno, quindi a livello mentale è stato un periodo molto duro. Per questioni di forza maggiore abbiamo fatto qualcosa in più confronto alla vita quotidiana, come ad esempio leggere. Per il resto sono stato in contatto con i ragazzi e ho guardato un pò di televisione, senza inventarmi nulla di differente”.

Quanto le manca la quotidianità calcistica e quanto le pesa il fatto di non poter allenare i ragazzi e guidarli dalla nel corso della gara domenicale?

“Mi è mancato tantissimo perchè noi allenatori non siamo sempre impegnati, visti i periodi nei quali ad esempio a causa esonero rimani a casa. Ma, almeno nel caso di quest’ultimi si crea un lavoro alternativo andando a vedere allenamenti di colleghi o le gare nel weekend. Ahimè in questo periodo non era possibile fare nessuna delle due cose, quindi si è rivelato un periodo molto stancante psicologicamente, perchè non ti era permesso di fare il tuo lavoro, ma soprattutto la tua passione. Inoltre, mancava la quotidianità che ti permetteva di vivere i ragazzi in allenamento, la quale è venuta meno da un giorno all’altro. Si tratta di un qualcosa di davvero brutto, visto che mancavano ancora 8 giornate e con lo staff avevo organizzato tutto il programma da rispettare da lì fino al termine della stagione. Per nessuno degli addetti ai lavori è stato un momento facile”.

Nel corso di questi giorni sono tante le soluzioni avanzate da parte dei media e da parte dei protagonisti di questo sport: a suo avviso quale sarebbe la più equa? Inoltre, è d’accordo con i presidenti di Serie C che vorrebbero negare i ripescaggi alle seconde o terze di ogni girone?

“Nel momento in cui la Serie C determina le mancate retrocessioni, non credo che possano avvenire i ripescaggi. Già annullando le retrocessioni è come se stessero abolendo i ripescaggi. Se non retrocede nessuno e fanno salire 9 squadre, ovvero la capolista di ogni girone, ci sarebbero problemi a livello di organico, perchè vi sarebbero 65 squadre in Lega Pro al fronte di 60, come il regolamento prevede. Già ci sarebbero 5 squadre in più, quindi non c’è bisogno che vengano aboliti i ripescaggi se nessuno dovesse retrocedere. A mio avviso le due cose sono conseguenziali. Per quanto concerne la nostra situazione, penso che la nostra categoria dovrebbe assumere comportamenti simili a quelli della Serie C, per evitare ricorsi a valanga, che andrebbero quindi a inficiare la prossima stagione, che è già a rischio di per sé. Io farei salire tutte le prime classificate, ma negherei le retrocessioni per evitare i classici contenziosi. Certo, ci sarebbero organici molto più ampi perchè dall’Eccellenza ne dovrebbero salire 28, ma penso che tra società le quali faranno fatica ad iscriversi e la possibilità di creare dei gironi da 20 squadre, in tutti i 9 gironi, ci sarebbero i numeri giusti per non far retrocedere nessuno. Potremmo arrivare tranquillamente a 180 squadre, senza far retrocedere le ultime classificate, che magari erano a pochi punti di distanza dalla salvezza”.

Il protocollo avanzato dal ministero della sanità è ovvio che è quasi impossibile da applicare nella vostra categoria: a suo avviso ci sono spiragli per sperare ancora in una ripresa, per far sì che i verdetti vengano decisi sul campo?

“Io credo assolutamente che non ci sia la possibilità di farlo. Stiamo aspettando solamente la comunicazione ufficiale, perchè siamo certi che il torneo sia già terminato. Già la Serie A sta trovando difficoltà enormi, non vorrei immaginare nel nostro campionato. Io personalmente temo che la nostra categoria non possa ricominciare nemmeno il prossimo anno, in virtù del fatto che i numeri relativi ai contagiati non credo possano diminuire drasticamente in estate, confronto al giorno d’oggi. Non penso possa ripartire nei mesi relativi al ritiro, spero che si possa partire per preparazione a settembre, con l’inizio ufficiale a ottobre. Metterei la firma per far sì che accada ciò”.

Si tratta di un periodo difficile anche sotto il punto di vista economico per calciatori e addetti ai lavori: secondo lei è giusto che nel dilettantismo i tesserati non siano tutelati? Inoltre, a suo avviso cosa si dovrebbe fare per risolvere l’imminente problema?

“Questo è il problema dei problemi, perchè vi sono alcuni calciatori che hanno preso il loro ultimo stipendio a dicembre, causa società che non adempiono in tempo ai pagamenti. Quest’ultimi rischierebbero di prendere il prossimo stipendio a novembre 2020. Io sono un padre di famiglia e questo è un problema molto grave. Non è facile e mi auguro che il governo dia una mano a questi ragazzi, che se non dovessero prendere lo stipendio per otto o nove mesi potrebbero andare incontro a gravi difficoltà. Non capisco come si possa andare avanti, e non sono certo che tutti i calciatori di Serie D possano trovare un impiego alternativo per percepire uno stipendio. Per quanto concerne la crisi generale, è chiaro che tutti i presidenti di Serie D hanno delle aziende, quindi il loro primo pensiero non sarà il calcio, bensì quello di rimettere in moto la loro attività e i dipendenti. Il calcio diverrà un secondo pensiero, causando così un forte ridimensionamento per circa il 50% di tutte le società dilettantistiche”.

Dalle ipotesi a quello che è stato il calcio giocato fino a pochi mesi fa: la vostra stagione è partita in salita, salvo poi vedervi crescere giornata dopo giornata e discostarvi dall’ultima posizione in classifica di conseguenza. Come valuta la stagione dei suoi ragazzi?

“Il nostro campionato si è diviso in tre fasi: la prima durante la quale eravamo consapevoli di dover pagare dazio causa l’età giovane dei ragazzi, dal momento in cui giocavamo con 6 under in campo, e affiancare quest’ultimi a ragazzi di 20/21 anni. Nonostante ciò venivano sottolineate, anche dai nostri avversari, delle ottime prestazioni. Infatti, nel corso delle prime 12 giornate ne abbiamo perse ben 9. Ma la bravura della società, dei miei ragazzi e dello staff è stata quella di crederci sempre nel lavoro fatto, tanto da ottener poi un filotto di 10 risultati utili consecutivi, interrotto solamente da una sconfitta con il Cerignola nel finale. Questi risultati ci hanno fatto uscire addirittura dalla zona play-out, nella quale però ci siamo ripiombati poco dopo a causa di un inizio di girone di ritorno nel quale abbiamo affrontato le formazioni più ostiche del girone. Difatti, le due sconfitte con Cerignola e Foggia ci hanno fatto rientrare nella zona rossa. Noi, nonostante ciò, avevamo grandissima fiducia, in virtù del fatto che nelle ultime 8 gare avremmo dovuto affrontare sei dirette concorrenti. Inoltre, ricordo che nelle ultime 5 giornate del girone d’andata eravamo riusciti a raccogliere addirittura 11 punti su 15 a disposizione. Noi contavamo di salvarci sul campo, e siamo certi che ne avremmo avuto la possibilità. Questo stop ci ha dato molto fastidio, perchè eravamo davvero fiduciosi e in forma. Io sono molto soddisfatto di quanto ha fatto l’organico e considero ottima la stagione. Inoltre una nota di merito va anche ai tifosi, che non ci hanno mai voltato le spalle, anche dopo le 9 sconfitte. Non hanno mai voltato le spalle, hanno capito il progetto, e tutti assieme ci siamo tirati fuori dalla zona retrocessione, nonostante ad un certo punto del campionato sembrava potesse essere impossibile farlo. Ribadisco, la stagione a mio avviso è stata molto positiva. Abbiamo pagato molto le battute finali dello scorso campionato, tanto che in estate molti giocatori hanno rinunciato a venire da noi, oppure alcuni dopo esser arrivati hanno abbandonato il progetto.Così ci hanno messo tutti in difficoltà, e va dato onore a chi ha accettato questa piazza e questo progetto, perchè non era affatto facile”.

Dal presente al futuro: lei quest’anno ha sicuramente conquistato la fiducia dell’intera società del Nardò, ma cosa prospetta per il futuro? Sarebbe contento di rimanere con i neretini in futuro?

“Premesso che ancora non siamo a conoscenza del termine o meno del campionato, e tanto meno non sappiamo cosa verrà deciso per quanto concerne le retrocessioni visto che ci ritroviamo in zona play-out, mi sembra prematuro parlare del prossimo anno. Detto ciò, Nardò è l’unico posto in cui io ho allenato per due anni, al contrario delle esperienze passate. Questo fattore fa capire bene quanto a me piaccia questo ambiente, Nardò è la mia seconda casa. Poi, è chiaro che bisogna condividere anche i progetti futuri e capire cosa accadrà, ma al momento vorrei restare qui perchè mi sento protetto. Un allenatore che continua a guidare una squadra nonostante nove sconfitte su dodici gare disputate, penso sia un qualcosa più unico che raro nel panorama calcistico italiano. C’è grande feeling tra me, la città e la società. Qualsiasi allenatore cerca la tranquillità e serenità di poter lavorare con calma “.

Ringraziamenti all’ufficio stampa del Nardò Calcio e all’allenatore dei granata Antonio Foglia Manzillo.

 

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